Dottor Jekyll e mr. Hyde: l’inaspettato ruolo delle emozioni

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Immaginatevi un uomo magro che con occhi attenti scruta il mare del sud della Francia. L’aria mite gli fa bene ai polmoni. È il 1886, Robert Louis Stevenson sta girando l’Europa per sfuggire all’inclemente clima scozzese. Ma non sono le condizioni atmosferiche ad interessarlo veramente, lo scozzese è più affascinato dai moti e dai cambiamenti dell’animo umano ed infatti di lì a poco scriverà il suo più grande romanzo ‘’Lo strano caso del dottor Jekyll e di mr. Hyde’’. Pensate un attimo a questo signor Hyde, l’ometto che affianca l’attività dell’uomo di scienza, il preciso dottor Jekyll. Adesso immaginatevi al supermercato mentre fate la spesa, attenti nel trovare le migliori offerte, ignari che spesso le vostre scelte razionali e ponderate derivino proprio dalla vostra parte più inconscia, dal mr. Hyde dentro di voi.

C’è una componente emotiva, un lato irrazionale dentro ognuno di noi. Oggi questa nostra parte emotiva è uno degli aspetti su cui si focalizza chi, tra economisti, filosofi e psicologi non si accontenta della descrizione dell’homo oeconomicus che per lungo tempo l’ha fatta da padrone negli scenari che tentano di spiegare i nostri comportamenti, in relazione ad utilità e profitto.

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Da un lato i processi automatici (percettivi e affettivi), dall’altro i processi controllati (cognitivi e razionali). Entrambi influenzano le nostre azioni, e cosa più importante, entrambi si influenzano a vicenda, il nostro cervello non è fatto di compartimenti stagni. Capire come valutare con accortezza le ingerenze di una parte o dell’altra e quindi come evitarle se necessario, specialmente riguardo scelte economiche, è ciò che si propone di esporre l’opera di Matteo Motterlini, il quale muovendo i passi dalle intuizioni di illustri premi Nobel quali Daniel Kahneman, ci guida ad un’analisi dei comportamenti che noi tutti compiamo credendo di utilizzare la pura razionalità, ma che spesso si rilevano tutt’altro che scevri da emozioni.

La capacità di prevedere un comportamento o la possibilità di indirizzarlo in canali per noi più congeniali, passa per la conoscenza di questi meccanismi. Non sempre si riesce con la logica a risolvere problemi, astratti o concreti che siano. La nostra mente è fortemente influenzata dal contesto in cui la decisione o l’azione si svolge, e c’è inoltre anche una componente mnemonica che a seconda dei risultati passati o di quelli previsti per il futuro ci porta a dare certe risposte o a compiere certe scelte che non sono frutto della pura razionalità.

''Prima di convincerti di aver imparato la lezione, pensaci bene. Potresti aver imparato la lezione sbagliata.''

Non solo sbagliamo per via di ciò che non sappiamo, ma spesso, senza rendercene conto sbagliamo proprio a causa di quello che conosciamo. Saremo infatti portati a pensare che un comportamento che finora è stato fruttuoso, lo sarà anche in futuro, senza magari considerare che il contesto, lo scenario in cui quel comportamento è stato fruttuoso, ora potrebbe essere mutato influenzando così i risultati ottenibili.

Questi trabocchetti cognitivi sono in agguato dentro ognuno di noi, indipendentemente dal lavoro che si svolge o dalla propria estrazione sociale, sbaglia il tassista newyorkese come il trader di Tokyo. Conoscere i loro schemi ricorrenti e capire come questi inficino le scelte di ognuno non è certo una cosa facile, ma come ci mostra l’opera ‘’Economia Emotiva’’ può essere stimolante, e cosa ben più importante può permetterci di ottenere risultati più focalizzati e consapevoli, e quindi una maggior soddisfazione e un maggior guadagno.

 

Immaginate che, andando in ufficio, Jekyll sia in ritardo, e nella fretta abbia dimenticato le chiavi. Bussa, ma la segretaria è uscita per una commissione. Deve assolutamente entrare perché di lì a poco arriveranno degli investitori con cui ha un’importante riunione e non può farsi trovare sulle scale. Proprio quando è sul punto di chiamarli per posporre il meeting si fa avanti Hyde, che convulso e spregiudicato si intrufola non visto nell’edificio accanto, scavalca il balcone che separa i due stabili, con un esperto gioco di polso apre la finestra dell’ufficio di Jekyll, che gli sorride dall’altro lato della porta a vetri. Entrano, entrambi si siedono alla scrivania per riveder i termini della negoziazione, fianco a fianco, pronti.

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